venerdì 31 ottobre 2014

In vino veritas

Buongiorno a tutti!Reduce da un impegnativo pranzo di laurea in cui vino  e buoni propositi sono scorsi a fiumi,la mia capacità di controllo e senso della misura sono venuti meno,quindi non vedo migliore situazione che il delirio alcolico per scrivervi del più deprimente argomento che un ventenne italiano può affrontare,ormai un tabù per tutti che solo dopo due bottiglie di fresco vino bianco,accompagnato da un gusto e frizzantino prosecco ho il coraggio di rigurgitare :la disoccupazione giovanile.
Certo,quale migliore occasione del passaggio di status da studente a disoccupato per parlarne,il tremendo rito di passaggio stile tribù amazzonica che oggi tutti noi dobbiamo affrontare che miete più vittime che sopravvissuti,ma che è inevitabile per ognuno di noi.
Quale è il modo migliore per affrontare la situazione?Nessuno.
Al massimo se siete credenti accendete un cero alla Madonna o a San Gennaro che non fa mai male,visto che è sicuramente più facile vincere la lotteria che trovare un lavoro retribuito.
In questo paese,finalmente,è passata la malsana moda di lavorare in cambio di una retribuzione adeguata alle proprie capacità e professionalità ,sostituita da una quasi stalinista uguaglianza di posizione,a tutti niente e chi si oppone stia a casa!
Ovviamente a questo punto non so se quello che sto scrivendo ha un senso o meno,ma come faceva Hemingway oggi scriverò da ubriaco ma non avendo correttore di bozze,il nonsense  giusto per questa volta sarà ammesso e ampiamente sdoganato.      
Andiamo alla ciccia della questione:ci sono troppo vecchi!
Da bravo geronticida,tra l'età della pensione che non arriva mai e le trincee  delle vecchie generazioni che ostacolano come sul Piave l'avanzata dello straniero(cioè la nostra generazione),è impossibile per chi esce dalle università trovare una posizione lavorativa che non sia una forma anche molto elaborata di segreteria per il potentato  di turno,di certo siamo di più di un paio di belle gambe e un bel visino, ma la generazione  del 68 fallito non riesce a vedere  oltre la nostra carta d'identità.
Le rendite di posizione sono il vero fattore che alza il tasso disoccupazione giovanile .Ormai ce lo insegnano i veterani e  le università,le opportunità che i nostri genitori hanno avuto noi non le avremo mai,e l'unico modo per provare ad avere uno stile di vita paragonabile è quello di rischiare tutto e inventarci un mestiere(cosa che ovviamente quasi sempre finisce in disastro),per il resto tra contratti blindati a tempo indeterminato e protezionismo sindacale è tutto inaccessibile.
Altro fattore?sicuramente il tanto combattuto articolo 18!A noi ventenni non importa nulla delle protezioni di questa disciplina,semplicemente perché nelle nostre prospettive non c'è un lavoro che duri l'intera carriera lavorativa,il posto a tempo indeterminato è una posizione di privilegio dei cinquantenni,non una prospettiva per il neo-assunto.
I sindacati,per metà composti da pensionati sono diventati i peggiori esponenti del neo corporativismo che dilaga nel nostro paese;tutelano solo gli interessi dei loro vecchi iscritti e sono completamente estranei alle richieste reali dei lavoratori,cioè lavoro e giustizia.
Oggi Milano è devastata da uno sciopero generale che dovrebbe proteggere le posizione di 8000 lavoratori in un paese di 60 milioni di persone,le posizione dei capi popolo della protesta non mi sembrano soltanto inutili ma  anche pretestuose.In un paese in ginocchio come l'Italia l'unica cosa da fare per aiutare chi vuole lavorare e chi vuole produrre e mettere insieme e d'accordo imprenditori e sindacati,non in una stantia dialettica di stile marxista ma nell'atto a di una esigenza di emergenza nazionale che evidenzi la dipendenza degli uni dagli altri e l'impossibilità della sopravvivenza in un contesto di lotta di classe.E adesso con la nuova riforma del lavoro che finalmente vede abbattuti tutti quei particolarismi protezionistici di posizioni di rendita(mi riferisco ovviamente alle posizioni inattaccabili di alcuni settori dell'economia italiana) con la tutela del contratto unico a tutele crescenti,forse un po' di fannulloni lasceranno giustamente spazio a qualche giovane con un bel visino e delle belle gambe!
Adesso basta bandiere rosse,che è arrivato il nostro momento,quello dei lavoratori senza colori ma con voglia di fare,professionalità e competenza!  
-Il Bastian Contrario

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