venerdì 9 maggio 2014

Palestra? Ma anche no..

Quando decisi di iscrivermi in palestra non avrei mai pensato che sarebbe stato più semplice offrirmi come tributo agli Hunger Games. Vivo l'attesa del temuto ritorno in sala attrezzi come se dovessi ogni volta donare un rene.. è un'angoscia per me. E se, per caso, vi stesse chiedendo del perché di tutto questo melodramma, allora vi risponderete da soli alla fine della lettura.
Intanto odio l'istruttore che deve ogni volta farmi le battutine del tipo "oggi aumenteremo i pesi","stavolta ti tocca sudare","dovresti venire tutti i giorni".. certo: come se non avessi di meglio da fare. Gli esami all'università me li sostieni tu, caro!?
Nei camerini, per un nevrotico come me, è un vero incubo: doversi cambiare praticamente senza respirare l'aria satura di sudore misto all'aria condensata della doccia fatta da "qualcuno-che-a-casa-non-la-fa" e decide di lasciare le sue mutande sporche nella panca proprio accanto a quella dove ho poggiato il mio borsone..Diciamo solo che se esistesse un Guinness World Record per chi riesce a cambiarsi più velocemente negli spogliatoi della palestra non potrebbe che essere assegnato a me.

Questa è solo la punta dell'iceberg. Quando finalmente comincia l'allenamento, prima di entrare nel vivo del "sollevamento-pesi" devo riscaldare i muscoli andando nella zona cardio. Il che vuol dire dover annaspare tra sportivi con tutine simili a tanti power rangers SUDATI come se fossero appena stati immersi in una piscina.. sicuramente non piena d'acqua. Ovviamente tutti i tapirulan saranno occupati.. così comincia la sfida tra te e tutti gli altri che controllano nevroticamente il countdown di ogni tappetino e sono pronti a toglierti da sotto il naso l'unico tra quelli che si sta liberando.
Trascorsi quei sacrosanti minuti a correre come un deficiente guardandoti allo specchio e ascoltando tutti i grandi successi di radio Capital ( che per la cronaca manda solo canzoni sconosciute e datate del 1800 ), finalmente mi addentro nella sala attrezzi. Comincia lo show. 
Ma sono forse stato rapito e sparato nel mondo dell'indecenza? Dove sono finiti i meravigliosi pantaloncini da basket che tanto amavamo alle medie e ci facevano stare così comodi? E le maniche della magliette? Praticamente in mezzo alla massa, io mi sento vestito come mio nonno. E si, perché non si usano più dei semplici indumenti per fare sport: oggi andare in palestra significa dover mettere dei leggings e delle canotte tipo bagnino anni '70.  Chiusa la parentesi "shopping-da-palestra" comincia la fase "libellula-da-panca-a-panca": fai una serie da trenta.Pausa.Altra serie da trenta.Pausa.Fingi di fare un'altra serie da trenta.Pausa.Pausa.Pausa.Chiacchera..
E si chiacchera. Perchè la verità è che la maggior parte di noi va in palestra sì per fare sport, ma soprattutto per evadere un attimo dalla frenesia dei giorni trascorsi studiando o lavorando. In palestra non vigono più le leggi del "SEI CONNESSO!?" e puoi crearti qualsiasi identità fingendoti uno sportivo o almeno provandoci veramente. Ed è questo quello che faccio: ci provo. E quando a fine giornata posso dire di aver superato la "palude di sudore" della zona cardio e di esser uscito indenne dalla "sala attrezzi&canotte attillate".. allora potrò ritenermi felicemente soddisfatto e appagato.
E quindi ci sta una pizza. 
-Stefano

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